Economia civile

  All’origine dell’umano c’è il dono (munus) della vita. Nessuno nasce da sé. La vita umana non è stata “gettata lì”; non capita normalmente per caso. È desiderata, voluta, donata. Si viene al mondo da un atto d’amore. Senza la base sicura di un amore continuo e quotidiano, il cucciolo dell’uomo non sopravvivrebbe, si lascerebbe morire. Munus è il dono-impegno all’origine della comunità, lo scambio di persone unite da legami di reciprocità (partecipazione di doni: cum-munis). Chi invece non restituisce il dono è un im-munis: uno che si esenta, si sottrae al dovere. Vuole fare da sé, pensa di “realizzare” se stesso contro gli altri. Radicata nel pensiero economico dell’umanesimo civile, l’economia civile ha un compito importante:
“Una profezia che sta di fronte all’economia di tutti i giorni come un dover-essere, e che ci ricorda gli obiettivi più alti ai quali la convivenza civile, economia inclusa, può giungere” .
Un ordine economico efficace ha bisogno di principi regolativi. Il mercato è uno di questi, con le sue forme di contratto e di scambio di equivalenti. Le politiche economiche mirano poi alla redistribuzione della ricchezza, attraverso le politiche dell’occupazione, dei prezzi e dello sviluppo.
 
Queste dimensioni essenziali si sono dimostrate però insufficienti. Lo scambio basato sul solo contratto o sui soli prezzi, impoverisce altre forme di rapporti umani. Il mercato, inteso come mero scambio, sviluppandosi, consuma i presupposti del suo stesso esistere (cioè la fiducia e la propensione a cooperare). Numerose imprese oggi cercano di ripensare l’intera economia da una prospettiva culturale più ampia e adatta alle nuove domande di umanizzazione.
L’«economia civile» definisce appunto un insieme di formazioni sociali, “caratterizzate da una visione innovativa e civilizzante del proprio ruolo economico e della presa d’atto della propria capacità d’azione”.
    L’economia civile è, infatti, l’ambito economico che, senza negare significato del profitto, in condizioni di equità, pone l’attenzione non solo all’uso e allo scambio ma anche al significato che la circolazione di beni e servizi ha per le persone che la producono e l’acquistano. Adotta cioè la prospettiva del dono. Il principio di reciprocità non è stato ancora pienamente considerato dalla vita economica. Ha seguito lo stesso destino del principio di fraternità dichiarato dalla rivoluzione francese ma subito sconfessato nei fatti e presto dimenticato.







Questa scheda  è stata redatta da: Domenico Cravero   in data  10/11/2018