Economia e affetti

  Non si possono comprendere alcune difficoltà della famiglia contemporanea, se non si tiene in considerazione il modo in cui la società, attraverso l’organizzazione del lavoro e del consumo, condiziona la vita familiare. L’attuale crisi della famiglia potrà essere risolta soltanto quando ammetteremo che i valori della famiglia (amore, solidarietà, fedeltà…) sono irrinunciabili perché elementi costitutivi dell’umano, ma che non possono essere relegati alla famiglia. I valori della famiglia devono diventare valori perseguiti non solo nel privato, ma realizzati anche nel pubblico. Le istituzioni del lavoro e del commercio, le regole dell’economia e della politica devono inglobare, al loro interno, valori e funzioni che tradizionalmente erano associati alla famiglia. L’umano non può essere diviso in se stesso. La famiglia non potrebbe reggere da sola il compito più specificatamente umano della personificazione degli individui. Non può imporsi sulla società, costituire un'oasi in un deserto. Se la famiglia tende a chiudersi nel privato, se fa sempre più fatica a preparare i figli a inserirsi in modo attivo nella società, se diventa iperprotettiva, è anche perché essa è stretta da ogni parte a rimanere tale. Se contribuisce anch'essa al mito del “farsi da sé”, allo stile di vita all'insegna del "pensa ai fatti tuoi", anziché motivare e favorire i rapporti di solidarietà è perché, proprio una famiglia così risulta funzionale all’organizzazione della società che, per garantire profitto e benessere a “buon” prezzo, diventa sempre più competitiva e individualista.  
La crisi della famiglia ha forse le sue radici, più nella minore disposizione alla condivisione, alla sopportazione e a fare sacrifici per gli altri, che nell'incompatibilità psicologica dei singoli caratteri o nei travagli di ogni singola storia. Le politiche del welfare, le garanzie dello stato sociale devono certamente essere ripensate e rifondate, ma non possono essere smantellate. Va ampliata piuttosto, in modo significativo, l'incisività dell’intervento pubblico.
Credere nella famiglia e continuare ad attendersi molto da essa comporta impegni, concreti, non solo a livello personale. Non è sufficiente migliorare la comunicazione in casa perché si mantenga e cresca l'amore familiare. E' indispensabile un eguale impegno a livello collettivo che porti, per esempio, a modificare certe regole di lavoro a introdurre agevolazioni e flessibilità per chi deve accudire i figli.
    Regole di lavoro più umane richiedono una diversa organizzazione economica. Non si può pretendere che le famiglie si adattino automaticamente a turni di lavoro rigidi e immodificabili.
La società ha bisogno della famiglia, come la famiglia ha bisogno della società. Deve emergere una nuova concezione della vita, in cui la sfera pubblica e quella privata possono incontrarsi e intrecciarsi. Da questo incontro scaturisce la speranza.







Questa scheda  è stata redatta da: Domenico Cravero   in data  10/11/2018