La qualità della formazione

  La formazione all’impresa economica sociale è un processo che può essere interpretato, dal punto di vista dell’attuale cultura organizzativa, secondo la nuova categoria del “lavoro della conoscenza”. Sono, cioè, operatori che agiscono su processi immateriali e impiegano “conoscenza”, utilizzano cioè competenze più che strumenti materiali, insistono sull’“essere” più che sul “fare”.
Pensare la formazione in un’organizzazione a movente ideale attraverso le attuali categorie scientifiche dei sistemi organizzativi, non significa cedere alla mentalità aziendalistica. Vuol dire piuttosto definire criteri di verifica in grado sia di sostenere la diversità e della specificità dell’impresa sociale, sia di comunicare con l’orizzonte scientifico e culturale di oggi.
 
La formazione partecipata e attiva si sperimenta solo grazie a una metodologia argomentata e coerente.
Con il termine metodo non s’intende tanto l’insieme delle operazioni e degli strumenti utilizzati nella formazione, ma il modello che definisce la scelta pedagogica attuata. Questa scelta stabilisce e orienta il rapporto tra:
1. la formazione delle competenze;
2. i contenuti;
3. e valori ritenuti irrinunciabili.
La metodologia indica i fini pertinenti e verificabili da raggiungere, stabilisce le sequenze didattiche con cui la formazione si compie e istituisce i criteri della verifica.
La complessità dell’azione formativa è modellata sull’attenta considerazione di come si svolge l’attività socio-economica. La sua prerogativa consiste nel curare le condizioni pratiche (Sostenibilità) perché le persone, mediante l’azione economica, avviino processi di ecologia umana (Movente ideale). Il linguaggio che meglio si addice alla formazione, è quello performativo, dove le “parole operano cose” e rendono effettiva la finalità di tutto il processo.
    Il “lavoro della conoscenza” non riguarda innanzi tutto operazioni concrete (il “fare”) o mere informazioni (i semplici dati) ma conoscenze e competenze. Comporta l’acquisizione delle abilità e delle competenze del “sapere”, del “saper fare” e del “saper essere” ma richiede anche quelle più complesse e nuove del “saper diventare” (il continuo adattamento a situazioni nuove e spesso difficili).







Questa scheda  è stata redatta da: Domenico Cravero   in data  10/11/2018